Lo Stress: come riconoscerlo e imparare a gestirlo

Lo stress è la risposta psicofisica a eventi, situazioni e compiti che percepiamo come eccessivi, perché sentiamo di non avere le risorse per affrontarli. Ci sentiamo quindi inermi e schiacciati dal peso di cose che percepiamo come più grandi di noi, e che non sappiamo come affrontare. Questo genera una serie di sintomi di varia natura, che ci permettono di riconoscere lo stress.

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Che cos'è lo stress

“Stress” è un concetto scientifico che ha avuto la fortuna di divenire troppo noto, ma anche la sfortuna di essere poco compreso.
Così scriveva Hans Selye, medico neuroendocrinologo che, nel 1936, diede la prima definizione ufficiale di Stress e che dedicò all’argomento gli studi di una vita. Da quel giorno a oggi, la società ha subito cambiamenti radicali in tutti i settori, dettati dal progresso tecnologico, dall’industrializzazione crescente, dai cambiamenti demografici e da molti altri fattori. Una società evoluta e complessa è anche una società nella quale i singoli individui sono chiamati a rispondere a molti stimoli, spesso contemporaneamente. Competitività, multitasking, pressione sociale, incertezza economica e social network sono alcuni dei più conosciuti aspetti della nostra società, e costituiscono anche alcune tra le maggiori fonti di stress. Spesso siamo costretti a chiedere a noi stessi più di quanto le nostre risorse psico-fisiche siano in grado di dare e, solitamente, questo è il momento in cui iniziamo a “sentirci stressati”. Ma cosa significa esattamente essere stressati? Come riconoscere se lo siamo davvero? E cosa possiamo fare?

Come riconoscere se sei stressato

I sintomi dello stress sono molteplici e, soprattutto, soggettivi: variano cioè da persona a persona. Inoltre, interessano diversi ambiti, dal pensiero alle emozioni, dal corpo al comportamento.

Sintomi fisici:
– mal di testa;
– tensione o dolore muscolare (es. cervicalgia);
– senso di costrizione o dolore al petto;
– alterazioni del sonno;
– tachicardia;
– sudorazione;
– mal di stomaco;
– disturbi intestinali;
– diminuzione del desiderio sessuale.

Sintomi cognitivi:
– preoccupazione costante;
– difficoltà di concentrazione, distraibilità;
– difficoltà nel prendere decisioni;
– aumento di pensieri negativi;
– rimuginio.

Sintomi emotivi:
– tristezza;
– ansia;
– tensione, irritabilità, nervosismo;
– senso di agitazione;
– senso di impotenza e vulnerabilità.

Sintomi comportamentali:
– alterazioni nell’alimentazione (aumento o diminuzione dell’appetito);
– incremento nell’utilizzo di alcool e/o fumo;
– isolamento (tendenza ad allontanarsi dalle relazioni e stare per conto proprio);
– difficoltà a portare a termine le attività;
– intollerabilità (cose che prima ti davano un po’ fastidio, ora ti innervosiscono molto).

Stress positivo e Stress negativo

Lo stress, di per sé, non ha valenza né positiva né negativa. Svolge anzi una funzione adattiva, poiché ci permette di adattarci a nuove situazioni, nuovi ruoli, nuovi ambienti, e così via.
Lo stato di stress mobilita una grande quantità di energie, tale da migliorare la performance per un breve lasso di tempo (Selye, 1930). Ma se quel lasso di tempo si allunga, cosa succede? In questa domanda risiede la differenza tra stress positivo e stress negativo. Possiamo considerare lo stress come positivo quando ci spinge a concentrarci su un progetto da portare a termine, su un esame da superare, una competizione sportiva da vincere, insomma, quando ci permette di concentrare le nostre risorse su qualcosa per dare il massimo. In questi casi parliamo di Eustress (Eu-stress, eu- in greco significa “buono”).
Va considerato come negativo quando perdura nel tempo, poiché il livello di attivazione massima che lo stress genera è molto costoso – in termini di energia – da mantenere. Quando compaiono i sintomi elencati sopra e, soprattutto, quando lo stress inizia a compromettere aspetti della nostra vita quotidiana come il lavoro o lo studio, i rapporti e le relazioni, il tempo libero o la salute, parliamo allora di Distress (Di-stress, in greco significa letteralmente “stress cattivo”).

Distinguere Stress e Burnout

Una seconda distinzione da operare è quella tra Stress e Burn-out, una condizione di cui oggi si sente molto parlare grazie al periodo di pandemia che ha acceso i riflettori sulle condizioni di lavoro critiche in molti settori, come quello sanitario. Quindi, Burnout e Stress sono la stessa cosa? La risposta è No. Lo stress è spesso una condizione momentanea, che nasce quando il carico di una o più situazioni si fa eccessivo, e può riguardare tutti gli ambiti della vita: lavoro, famiglia, coppia, salute e molto altro. Il Burnout invece, è una condizione di stress estremo che riguarda esclusivamente l’ambito lavorativo e che si è cronicizzata, portando il lavoratore a esaurire le proprie risorse fisiche, cognitive ed emotive. Colpisce prevalentemente le professioni d’aiuto (medici, infermieri, psicologi) per il senso di responsabilità che queste generano nei confronti dell’altro, e se non affrontato può portare a conseguenze gravi, come la perdita del lavoro o l’isolamento sociale, lo sviluppo di disturbi d’ansia o depressione.

PTSD e disturbi correlati allo stress

È inevitabile che un fenomeno complesso come lo stress giochi un ruolo centrale in diversi disturbi: di alcuni costituisce la base, di altri è un fattore predisponente, di altri ancora è una conseguenza diretta.
Il DSM-V riconosce sotto la voce “Disturbi correlati a trauma e stress” tutte quelle condizioni cliniche che nascono dall’aver vissuto in prima persona eventi traumatici o stressanti.
Nello specifico, tra i principali disturbi di questa categoria ricordiamo:

  • Disturbo acuto da stress (Acute Stress Disorder, ASD);
  • Disturbo da stress post-traumatico (Posttraumatic Stress Disorder, PTSD);
  • Disturbi dell’adattamento (Adjustment Disorders, AD);
  • Disturbo reattivo dell’attaccamento (Reactive Attachment Disorder, RAD);
  • Disturbo da comportamento sociale disinibito (Disinhibited Social Engagement Disorder, DSED).

Tra questi, il più conosciuto è solitamente il PTSD, nel quale l’esposizione di una persona, di qualsiasi età, a un evento fortemente traumatico genera una condizione di disagio psichico complessa. Un esempio? I sopravvissuti a un attacco terroristico o a un terremoto.
Sebbene questi siano i disturbi ufficialmente inseriti nel DSM-V come stress-correlati, è opportuno ricordare che non sono le uniche manifestazioni patologiche connesse allo stress. Ansia e Depressione costituiscono, anzi, le condizioni maggiormente associate a periodi di stress prolungato, poiché indeboliscono la nostra capacità di reazione ed esauriscono le risorse con le quali affrontiamo la quotidianità.

Come affrontare lo stress

Gestire lo stress è possibile e, anzi, necessario per affrontare serenamente la vita, che, in quanto tale, prevede cambiamenti, imprevisti, nuove opportunità, periodi più intensi che si alternano a periodi più leggeri, e molte altre condizioni a cui adattarsi. Per imparare a gestire tutto questo in modo funzionale, è necessario in primis riconoscere i segnali di disagio che lo stress provoca in noi, essendo diversi per ogni persona (e, in questo, speriamo sia utile il paragrafo 2). Il passo successivo è affidarsi a un professionista della salute mentale. Ecco cosa può fare per noi:

  • aiutarci a individuare le cause e i fattori che determinano lo stato di stress;
  • aiutarci a distinguere un periodo di stress dal burnout o da un disturbo da stress, poiché vanno affrontati in maniera diversa l’uno dall’altro;
  • individuare le strategie necessarie e più adatte a noi per intervenire sia sull’ambiente che su noi stessi;
  • aiutarci ad ampliare e sviluppare capacità utili, come la tolleranza alla frustrazione, le abilità comunicative, la gestione funzionale del tempo, ecc.;
  • aiutarci ad acquisire consapevolezza dei nostri limiti e dei nostri bisogni, e ad apprendere tecniche di rilassamento utili nei momenti critici – tutto questo è racchiuso nella pratica mindfulness.

Altri fattori che influiscono positivamente sullo stress sono quelli relativi al mantenimento di uno stile di vita sano: l’attività fisica rappresenta un grande alleato nel combattere lo stress, come anche un’alimentazione sana e un corretto riposo notturno. Essere attivi, ben nutriti e riposati, costituiscono certamente armi utili che il nostro corpo e il nostro cervello possono utilizzare per fronteggiare eventi stressanti.
Chiedere aiuto a un professionista della salute mentale e adottare delle sane abitudini sono i binari da percorrere per imparare a gestire lo stress e ritrovare serenità.

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Bibliografia

Biondi M., Pancheri P. “Stress”, Trattato Italiano di Psichiatria; EdiErmes, 1989.

Chetta G., Stress e benessere: educazione mentale nell’ambito della psico-neuro-endocrinoconnettivo-immunologia. Ed. E-motion, 2008.

McKenzie, S., & Hassed, C. Il libro della mindfulness. Liberarsi dallo stress, gestire l’ansia, vivere sereni. Centro Studi Erickson, 2016.

Meichenbaum D.; Al termine dello stress. Prevenzione e gestione secondo l’approccio cognitivo-comportamentale; Edizioni Erickson, 1990.

Pancheri P.; Stress, emozioni e malattia; Mondadori, 1980.

Selye H. Stress in Health and Disease; Butterworth-Heinemann, 1976.

Selye H. The Stress of Life; McGraw-Hill Education, 1978.

Selye H.; The evolution of the stress concept; The American Scientist, 61, 692-699, 1973.

Selye H.; The general adaptation syndrome and the disease of adaptation; J. Clinical Endocrinology, 6, 117-130, 1946.

Sitografia

Ministero della Salute (2011). Stress lavoro-correlato e benessere organizzativo. https://www.salute.gov.it/portale/ministro/documenti/MSal_Relazione_sulla_performance_2012_Allegato_n_8_Risultati_stress_lavoro_correlato.pdf

Betti F. (2019) Stress e disturbi da stress: sintomi e cura, IPSICO.
https://www.ipsico.it/sintomi-cura/stress-e-disturbi-da-stress/

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