Mese della salute mentale: prevenzione e psicoterapia online con ContactU

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Maggio è il mese della salute mentale. O meglio, il mese dedicato alla consapevolezza riguardo questo delicatissimo tema. Ostacolato da pregiudizio e cattiva informazione, infatti, il benessere mentale non riceve la stessa attenzione rivolta alla salute del corpo, ed è spesso sottovalutato e trascurato, comportando uno scarso livello di accesso ai trattamenti, anche nei Paesi più industrializzati.

L’Italia è tra i Paesi nei quali la divulgazione e l’accesso alla salute mentale raggiunge livelli minimi. Secondo un’indagine condotta da Ipsos in 16 Paesi, ha, insieme al Giappone, la più bassa percentuale di cittadini in uno stato di pieno benessere psicologico. Ma si tratta anche di uno dei Paesi in cui l’accesso alle cure e, più in generale, a una buona divulgazione in merito, non raggiunge livelli soddisfacenti. Per questo, nonostante si tratti di una iniziativa di origine statunitense, il mese della salute mentale è molto utile anche in Italia, con obiettivi importanti per il raggiungimento del benessere di tutta la popolazione.

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Come nasce il mese della salute mentale

Il mese della consapevolezza sulla salute mentale ha origine negli Usa. Nacque nel 1949, quando l’ente Mental Health America (allora noto come National Association for Mental Health) decise di istituire un mese dedicato interamente alla divulgazione riguardo il tema del benessere mentale, per sensibilizzare sull’argomento una popolazione poco propensa a effettuare screening regolari, prevenzione e cura riguardo il proprio stato di salute mentale.

Negli Stati Uniti, il 18% della popolazione soffre di malattie mentali gravi come depressione, disturbo bipolare o schizofrenia. L’esigenza di sensibilizzare i cittadini, però, non è tanto diversa in Italia, in cui si ha poca consapevolezza riguardo le modalità di prevenzione e raggiungimento di uno stato di completo benessere. Anzi, nel nostro Paese, l’attenzione alle malattie psichiatriche e ai disturbi psicologici è spesso avvolta dal pregiudizio, e i percorsi di psicoterapia non sono sostenuti dal Sistema Sanitario Nazionale, rendendo le cure non accessibili a tutti. Eppure, la mancanza di servizi o attenzione non coincide con una riduzione dei rischi, poiché si stima che circa il 20% della popolazione italiana sia affetta da problemi di salute mentale.

Cos’è il benessere mentale e perché riguarda tutti

Una delle maggiori criticità che ruotano intorno al tema della salute mentale, e per i quali il mese della consapevolezza si rivela fondamentale, è la difficoltà di considerarla alla pari della salute fisica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la Salute come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale”. Pone, dunque, sullo stesso piano, tutti gli aspetti della vita umana, compresi l’equilibrio mentale e l’appagamento delle relazioni sociali.

Il benessere psicologico ha, allora, pari dignità rispetto a quello fisico, eppure, quando si parla di salute, si tende difficilmente a considerare anche quelle azioni volte alla salvaguardia della serenità e dell’equilibrio mentale.

Uno degli errori in cui si incorre spesso è quello di considerare afferente al tema della salute mentale solo i disturbi psichiatrici gravi. Non consideriamo come l’impostazione della nostra società, basata sulla produttività e sull’importanza della performance, contribuisca all’insorgenza di disturbi molto diffusi ma anche molto sottovalutati, come ansia e depressione. Questi sono, infatti, i disturbi mentali più diffusi, e l’OMS ha addirittura definito la depressione il male del secolo.

Gli ultimi dati disponibili riguardo la situazione pre pandemica risalgono a un’indagine dell’Istat del 2017. Già allora, la depressione era il disturbo mentale più diffuso in Italia. Si parla di numeri che si aggirano intorno ai 2,8 milioni di italiani, e sempre in crescita. I disturbi ansioso-depressivi, inoltre, sono influenzati anche dai fattori economici e sociali, e si presentano con maggiore frequenza negli individui svantaggiati o soggetti a forme di discriminazione per differenti motivi. Non è un caso, dunque, che si riscontri una prevalenza di insorgenza nelle donne, estremamente svantaggiate a livello sociale, e nei giovani e, più in generale, nei disoccupati, che affrontano l’incognita del futuro in un mondo in cui non si hanno certezze lavorative.

A seguito della pandemia e delle conseguenze che lockdown ed emergenza sanitaria hanno comportato, il quadro del benessere psicologico si è modificato notevolmente. Secondo una ricerca condotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, con la crisi pandemica si è registrato un aumento del 25% dell’insorgenza di ansia e depressione. Questi disturbi, sempre più caratteristici delle nostre società, hanno iniziato a manifestarsi in una nuova fascia d’età: i giovanissimi. La comparsa di questa categoria – gli individui tra 12-21 anni –  tra quelle che maggiormente necessitano di un supporto psicologico, ha comportato un mutamento anche nelle esigenze di ricorso alla terapia, soprattutto considerando che si tratta di una fascia d’età delicata e proiettata al futuro, ma profondamente segnata dagli anni di lockdown.

I fattori esterni, dunque, influenzano notevolmente il livello di benessere mentale. All’insorgere sempre più frequente, però, di tali disturbi, non corrisponde una maggiore consapevolezza e una buona dose di tutela, poiché è ancora molto difficile abbattere il pregiudizio riguardo la salute mentale. A distanza di oltre 70 anni, dunque, dalla sua istituzione, si riconferma l’utilità del mese della salute mentale, non solo per curare i cittadini e garantire un elevato livello di benessere, ma soprattutto per operare una divulgazione volta all’eliminazione dei tabù e alla creazione di maggiore consapevolezza.

Creare consapevolezza per fare prevenzione

Prevenire è meglio che curare. È questa la raccomandazione più comunemente seguita quando si parla di salute. Si decide di seguire una dieta sana, di fare regolarmente attività fisica, di limitare il consumo di sostanze cancerogene, di fare attenzione alle abitudini e agli stili di vita, con l’obiettivo di mantenersi sempre in salute e prevenire l’insorgenza di malattie e disturbi del corpo. Ma perché non si fa lo stesso con la mente?

L’assenza di una corretta divulgazione scientifica in merito contribuisce alla persistenza del pregiudizio sulla salute mentale. Non si fa caso ai sintomi, si considerano ansia e depressione disturbi “curabili” solo attraverso il pensiero positivo, e si tende a sottovalutare la pressione lavorativa, familiare e sociale come fattore di rischio. È per questo che il mese della salute mentale è una ricorrenza ancora necessaria, con il suo scopo divulgativo e di normalizzazione intorno a questo delicato, ma fondamentale, tema.

Facendo riferimento ai dati sulla popolazione italiana, si stima che siano 3,5 milioni le persone che ogni anno manifestano i sintomi di un disturbo mentale, e circa 8 milioni ne vedono l’insorgenza nel corso della vita. Tra questi, circa 2,8 milioni hanno a che fare con ansia e depressione, 1,5 con disturbi affettivi e 50mila con un disturbo da abuso di sostanze alcoliche.

Divulgare informazioni corrette riguardo la salute mentale, sfatare i tabù e insegnare alle persone a prendersi cura del proprio benessere è fondamentale per migliorare la situazione. Eppure, è probabile che anche il difficile accesso alle cure contribuisca a creare scarsa consapevolezza. Dopotutto, il Sistema Sanitario Nazionale italiano non prevede la sovvenzione dei percorsi di psicoterapia per i propri cittadini, e le cure accessibili tramite i consultori non sono sufficienti per tutti coloro che ne hanno bisogno, a causa delle scarse risorse destinate a tali strutture.

Persino il bonus psicologo, il finanziamento previsto dallo Stato per sostenere le spese dei cittadini con scarse risorse economiche, non è riuscito a soddisfare la domanda: si stima che ci fossero i fondi per coprire appena il 13% di tutte le richieste. D’altro canto, però, il fatto che oltre 340mila italiani abbiano fatto domanda per ottenerlo suggerisce un aumento di consapevolenza, da parte della popolazione, nei confronti dei bisogni legati al benessere psicologico. A queste richieste, però, è necessario rispondere con un’offerta di percorsi terapeutici maggiormente accessibili, per le persone che hanno poco tempo e per quelle che hanno poca disponibilità economica.

ContactU aderisce al mese della salute mentale

Anche ContactU aderisce alle iniziative del mese della salute mentale e riconosce, in generale, l’importanza della consapevolezza. Ci siamo prefissati l’obiettivo di divulgare informazioni corrette sul tema della salute mentale, per sfatarne i tabù e contribuire alla prevenzione.

Il nostro blog nasce proprio per fornire agli utenti e ai potenziali pazienti tutte le informazioni necessarie per comprendere il benessere mentale e per avere gli strumenti indispensabili prima di intraprendere un percorso di psicoterapia. Per questo, abbiamo anche dedicato i contenuti social di maggio proprio alla divulgazione del mese della salute mentale, per creare maggiore consapevolezza tra i cittadini e invitarli a prendersi cura di sé.

Fornire i dati riguardanti i disturbi mentali in Italia e avvertire sui fattori di rischio è il primo passo per rendere la popolazione più consapevole e, dunque, più propensa a intraprendere un percorso di psicoterapia. Il nostro lavoro, però, non si ferma a questo.

ContactU non è solo una piattaforma di telepsicologia, ma un servizio fondato su esperienza ventennale e guidato da un Comitato Scientifico. Avere una direzione scientifica e una costante supervisione ci permette di raggiungere elevati standard qualitativi nei percorsi di psicoterapia online, combinando la professionalità e l’efficacia terapeutica di professionisti accuratamente selezionati con i vantaggi tipici dei servizi in remoto, come la flessibilità e la convenienza, permettendo l’accesso a un percorso di qualità a prezzi ridotti rispetto alla media dei costi in presenza.

La mission di ContactU è la stessa del mese della consapevolezza sulla salute mentale: offrire a tutti i cittadini gli strumenti per prendersi cura di sé, per riconoscere i propri bisogni e i fattori di rischio, e insegnare a considerare la Salute una combinazione equa e inscindibile di benessere fisico e mentale.

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