Lutto e Psicoterapia

Terapia EFT

La perdita di una persona cara è una delle esperienze più dolorose che un individuo possa affrontare nel corso della vita. Il lutto è un processo che coinvolge numerose emozioni e può richiedere tempo per essere elaborato. In questo articolo, esploreremo le Fasi del Lutto, il suo andamento “a ondate” e la sua elaborazione. Analizzeremo la natura del Lutto Patologico, la correlazione tra lutto e Depressione o Disturbo Post-Traumatico da Stress e, infine, tenteremo di comprendere come la psicoterapia può aiutare chi ha subito una perdita.

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Fasi e "ondate" del lutto

Il lutto è un processo che si presenta in diverse fasi:

  1. Negazione;
  2. Rabbia;
  3. Negoziazione o contrattazione;
  4. Depressione;
  5. Accettazione.

Le 5 Fasi del Lutto sono state descritte per la prima volta da Elisabeth Kubler-Ross nel suo libro “Sulla Morte e sul Morire” del 1969. Secondo questo modello, ogni fase presenta una serie di caratteristiche che possono determinare l’andamento del processo di elaborazione.

No, non è vero che sta succedendo.
La Prima Fase del lutto è la Negazione, durante la quale la persona che ha subito una perdita non riesce ad accettarla, vivendola come surreale e impossibile.
Questa fase è spesso caratterizzata da un rifiuto ad accettare la realtà; ci si sente increduli o in uno stato di shock e ci si convince del fatto che la persona cara non sia davvero morta, o che la perdita non sia così grande o grave come sembra. Una risposta comportamentale ricorrente è quella di reagire con un atteggiamento sfuggente, evitando di parlare della perdita o di frequentare i luoghi che ricordano la persona scomparsa.

Non è giusto! Perché è successo? Avrei potuto fare qualcosa per evitarlo?
La Seconda Fase del lutto è la Rabbia, punto al quale è la frustrazione a prendere il sopravvento.
La rabbia può sorgere all’improvviso e in modo irrazionale nei confronti di sé stessi, della persona scomparsa o degli altri. In questa fase, si tende a mostrare un comportamento aggressivo o polemico, criticando gli altri o isolandosi.

Devo trovare un modo per superarlo.
La Terza Fase è la Negoziazione o Contrattazione. Inizia quando ci si rende conto che essere arrabbiati non porterà a nulla, e si prova a trovare un modo per convivere con la perdita, cercando una possibile soluzione. Si va incontro verso una maggiore consapevolezza, ma persiste la possibilità e l’idea illusoria che la persona cara possa tornare.

Non posso farcela.
La Quarta Fase è la Depressione e, per alcune persone, può essere la più difficile da superare. Questa fase del lutto è spesso caratterizzata da sentimenti di tristezza, dolore e disperazione. La sensazione di impotenza diventa costante, e comporta uno smarrimento del contatto con la realtà. Possono insorgere perdita di interesse, sensazione di vuoto, mancanza di energia e problemi di sonno.

È il momento di accettare che non c’è più. Devo cercare di andare avanti.
Infine, la Quinta e ultima Fase è l’Accettazione, durante la quale si inizia ad accettare la realtà della perdita e a trovare modi per adattarsi alla nuova situazione. Si cercherà di trovare un nuovo senso, un nuovo significato e un nuovo equilibrio nella propria vita. Il futuro torna a essere una prospettiva da prendere in considerazione, e ci si proietta verso la costruzione di una nuova routine e di un nuovo significato della perdita.

È importante notare che queste fasi non sono lineari e che non tutti le attraversano nella stessa maniera. Ognuno di noi, a seconda del proprio vissuto, può sperimentare le fasi in ordine o in modalità differenti da quanto descritto. Inoltre, l’elaborazione del lutto può richiedere tempo, e il soggetto può alternare più volte le stesse fasi. Le emozioni non seguono regole: si manifestano e svaniscono continuamente, a volte mescolandosi e sovrapponendosi tra loro. Si tratta, appunto, di un modello a fasi e non a stadi, e le fasi stesse possono alternarsi e ripresentarsi più volte, con varia intensità e senza un ordine preciso, in una modalità a “Ondate” (American Psychiatric Association, 2013).

Queste ondate possono essere improvvise e diventano meno intense man mano che l’elaborazione progredisce. Tuttavia, la mancanza che si avverte della persona cara non andrà mai via completamente dalla memoria dell’individuo che ha subito il lutto. Persisterà e si trasformerà, semmai, nell’abitudine di ricordare con regolarità, talvolta anche in modo piacevole, la persona scomparsa.

Come abbiamo visto finora, dunque, il processo di elaborazione del lutto è necessariamente individuale e caratterizzato da ondate di emozioni diverse che si susseguono nel tempo. Le persone che elaborano il lutto possono sperimentare periodi di intensa tristezza, rabbia, senso di colpa, disorientamento e disperazione, ma anche periodi di accettazione, speranza e rinnovamento. Queste emozioni possono essere altamente intense e improvvise, e possono manifestarsi anche in periodi in cui sembra che il processo di elaborazione stia procedendo bene. Inoltre, il modo in cui le persone elaborano il lutto può essere influenzato da vari fattori, tra cui: la natura della relazione con la persona scomparsa, le circostanze della morte, il supporto sociale disponibile e le risorse personali.

Come superare il lutto

Superare un lutto richiede tempo e impegno. È importante riconoscere che ogni individuo elabora il lutto in modo diverso e non esiste un percorso giusto o sbagliato per farlo.

Tuttavia, ci sono alcuni accorgimenti che è possibile attuare per facilitare il processo di elaborazione.

  1. Innanzitutto, è importante permettersi di vivere le emozioni che accompagnano la perdita.
  2. In secondo luogo, può essere utile cercare supporto da amici, familiari e professionisti della salute mentale.
  3. Alcune persone trovano conforto nel commemorare la persona scomparsa attraverso la creazione di un memoriale o di un rituale.
  4. Infine, è importante dedicarsi alla cura di sé stessi: ad esempio mangiare sano, dormire abbastanza e fare attività fisica.

Elaborazione del lutto

L’elaborazione del lutto è fondamentale costruirsi una rete sociale che dia la possibilità di sfogarsi e confidarsi quando se ne sente il bisogno, aiutandosi anche con delle distrazioni quando si sente la necessità di uno stacco dai ricordi dolorosi.

Avere una rete sociale solida è estremamente importante per elaborare il lutto in modo sano e costruttivo. Una rete sociale può fornire un sostegno emotivo, pratico e informativo, che può aiutare la persona in lutto a sentirsi meno sola e ad affrontare le difficoltà del processo stesso di elaborazione.

In particolare, la rete sociale può fornire un’ampia varietà di distrazioni, che possono aiutare a ridurre lo stress e le emozioni negative associate al lutto, attraverso numerose modalità: dall’andare a fare una passeggiata insieme, alla partecipazione a un’attività sociale, alla lettura di un libro commentandolo assieme ai propri amici, alla pratica condivisa di un hobby o di uno sport, o infine all’ascolto di musica e al commento in compagnia di quanto abbiamo sentito.

Oltre alle distrazioni, è importante avere anche degli sfoghi emotivi sani. Gli sfoghi possono aiutare a liberare l’energia emotiva e ridurre il rischio di depressione e di altre problematiche psicologiche. Ciò può avvenire attraverso la condivisione dei propri sentimenti con un amico di fiducia, mediante l’uso della scrittura come forma di espressione emotiva, o grazie alla partecipazione a un gruppo di supporto.

Tuttavia, è importante trovare un equilibrio tra le distrazioni e gli sfoghi emotivi, poiché l’eccesso degli uni o degli altri può ostacolare l’elaborazione del lutto in modo efficace. Ad esempio, una distrazione eccessiva può impedire di affrontare i propri sentimenti relativi alla perdita, mentre un eccesso di sfoghi emotivi può scadere nel rimuginio, rendendo difficile concentrarsi sulle attività quotidiane e riprendere la vita di tutti i giorni.

In generale, una combinazione equilibrata di distrazioni e sfoghi emotivi può essere utile per aiutare le persone in lutto a elaborare il dolore in modo sano e costruttivo. In ogni caso, però, l’importante è cercare il supporto della rete sociale e individuare le strategie che funzionano meglio per sé stessi, tenendo sempre presente che ogni processo di elaborazione del lutto è, e resta sempre, unico e personale.

Lutto patologico

Il lutto patologico può essere distinto in due categorie (Bowlby, 1980):

  • il Lutto Non Elaborato;
  • il Lutto Intenso.

Nel primo caso, che Bowlby chiama “Prolungata Assenza di Dolore”, l’individuo non riesce a esprimersi o a trovare il tempo o il modo di sfogare i propri sentimenti e i propri pensieri sulla perdita, reprimendoli, con il rischio che si riattivino in un secondo momento, in maniera più “esplosiva”.

Il secondo, invece, che Bowlby chiama “Lutto Cronico”, si manifesta in maniera esagerata e prolungata, oltre i normali tempi di elaborazione. Può essere caratterizzato da perdita di funzionalità, isolamento sociale e sintomi di ansia o depressione. In alcuni casi, questo tipo di lutto patologico può sfociare in un Disturbo Depressivo Maggiore o in un Disturbo d’Ansia.

Disturbo da lutto persistente e complicato

Il Disturbo da Lutto Persistente e Complicato è stato introdotto, nel 2013, come nuova categoria diagnostica nella quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5).

Questo disturbo si riferisce alle situazioni in cui i sintomi acuti del lutto continuano a essere presenti anche dopo almeno un anno dalla perdita di una persona con cui l’individuo aveva intessuto un legame stretto. Tali sintomi possono includere emozioni negative come tristezza, colpa, invidia e rabbia, accompagnate da ruminazioni ripetitive sulla causa, le circostanze e le conseguenze della perdita. Il DSM-5 considera un periodo di 12 mesi come il punto di discriminazione tra il lutto normale e patologico. Inoltre, questo disturbo spesso si manifesta con problemi del sonno, iporessia, astenia e facile faticabilità. È anche possibile che le persone affette sviluppino comportamenti disfunzionali come l’abuso di alcol o droghe.

In particolare, tra i criteri del Disturbo da Lutto Persistente e Complicato, si ritrovano alcuni elementi specifici (American Psychiatric Association, 2013).

In primis, l’individuo ha vissuto la morte di qualcuno con cui aveva avuto una relazione stretta.
In secondo luogo, dal momento della morte, per almeno 12 mesi (o 6 mesi, per i bambini) dal lutto, si ha avuto: un persistente desiderio o nostalgia della persona defunta; tristezza e dolore emotivo intenso; preoccupazione per il deceduto; preoccupazione per le circostanze della morte, che può estendersi fino alla preoccupazione per la possibile morte di altre persone vicine.

Inoltre vi è stata una grande sofferenza relativa alla morte, manifestata come: marcata difficoltà nell’accettare la morte; incredulità o torpore emotivo riguardo la perdita; difficoltà ad abbandonarsi a ricordi positivi che riguardino il defunto; amarezza o rabbia in relazione alla perdita; valutazione negativa di sé in relazione al deceduto o alla morte (ad esempio, senso di autocolpevolezza); eccessivo evitamento di ricordi della perdita (persone, luoghi, situazioni, pensieri o sentimenti associati al defunto).

Possono essere presenti anche: un desiderio di morire per essere vicini al deceduto; difficoltà nel provare fiducia verso gli altri; sensazione di essere soli o distaccati dalle altre persone; sensazione che la vita sia vuota o priva di senso senza il defunto; pensiero di non farcela senza di lui o lei; confusione circa il proprio ruolo nella vita, o diminuito senso della propria identità (ad esempio, si può essere convinti che una parte di sé sia morta assieme al proprio caro); difficoltà o riluttanza nel perseguire i propri interessi o nel fare piani per il futuro (amicizie, relazioni o attività).

Il disturbo, inoltre, causa disagi significativi in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti, e la reazione di lutto è sproporzionata o non coerente con le norme culturali, religiose o appropriate per l’età.

Se il lutto è dovuto a omicidio o suicidio, potrebbero inoltre esserci persistenti pensieri gravosi riguardo la natura traumatica della morte (spesso in risposta a ricordi della perdita), tra cui gli ultimi momenti del defunto, il grado di sofferenza e delle ferite, oppure la natura dolorosa o intenzionale della morte.

È importante sottolineare che il Disturbo da Lutto Persistente e Complicato non si presenta in tutte le persone che subiscono una perdita significativa, e che molti individui sono in grado di elaborare il lutto senza svilupparlo.

Tuttavia, quando il lutto dura per un lungo periodo di tempo e si manifesta con questi sintomi, è importante cercare supporto professionale per trovare aiuto nell’elaborare il dolore relativo alla propria perdita.

Lutto e disturbo post traumatico da stress

Il Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD) può essere causato da un evento traumatico, come la morte improvvisa di una persona cara. I sintomi del PTSD includono flashback, ansia e ipervigilanza.

Il lutto può aumentare il rischio di sviluppare il PTSD, soprattutto se la perdita è avvenuta in circostanze violente o traumatiche, come quelle di un omicidio, di un suicidio o di un incidente improvviso.

Le persone che si trovano in questa situazione possono beneficiare della consulenza di uno psicologo o di un professionista della salute mentale che può aiutare a gestire i sintomi del PTSD e del lutto (Eddinger et al., 2021).

Lutto e depressione

Il lutto può aumentare anche il rischio di depressione in persone predisposte o che già ne soffrono.
La perdita, infatti, può causare una serie di emozioni negative, tra cui tristezza, disperazione e senso di vuoto, che vanno ad aumentare o a innescare i sintomi tipici della depressione.

Si corre il rischio concreto che tali emozioni si evolvano in un vero e proprio Disturbo Depressivo Maggiore, caratterizzato da sintomi come: perdita di interesse per le attività precedentemente apprezzate, cambiamenti nell’appetito e nel sonno, perdita di energia e sentimenti di inutilità. Anche in questi casi, la terapia può essere utile per aiutare i pazienti a gestire i sintomi della depressione, sia precedenti, sia innescati o alimentati da un vissuto di lutto (Komischke-Konnerup et al., 2021).

Come la psicoterapia può aiutarti

La psicoterapia è una modalità efficace di affrontare un lutto e può aiutare a gestire i sintomi correlati, come ansia e depressione. Uno psicologo o uno psicoterapeuta può facilitare l’identificazione delle emozioni che accompagnano la perdita, e fornire un ambiente sicuro in cui esprimerle in modo sano.  La terapia può anche favorire lo sviluppo di strategie di coping efficaci per gestirne i sintomi, come tristezza e senso di vuoto, nella vita di tutti giorni.

Il lutto è un meccanismo complesso, e possono essere necessari tempo e impegno perché venga correttamente elaborato e superato. Ogni individuo elabora il lutto in modo diverso, ma, come abbiamo visto in precedenza, vi sono alcuni accorgimenti che è possibile mettere in pratica per facilitare il processo di elaborazione.

Analizziamo alcune tipologie di interventi psicoterapici efficaci per lavorare sul lutto e sui suoi sintomi.

Attivazione Comportamentale e attività piacevoli durante il lutto

L’attivazione comportamentale e la lista delle attività piacevoli da svolgere durante il periodo del lutto sono interventi terapeutici molto efficaci per affrontare al meglio l’evento doloroso.

Nello specifico, l’attivazione comportamentale è una strategia terapeutica che si concentra sull’aumento delle attività piacevoli e gratificanti nella vita del paziente. Questo approccio è particolarmente utile per chi ha subito una perdita, perché può aiutare a concentrarsi su attività che portano sollievo e a migliorare il benessere emotivo.

Durante il periodo di lutto, l’individuo può sentirsi sopraffatto dalle emozioni negative e dai sentimenti di tristezza, disperazione e perdita. L’attivazione comportamentale può aiutarlo, dunque, a ritrovare un senso di normalità nella sua vita quotidiana e a fare piccoli passi verso il benessere emotivo, riducendo lo stress e migliorando l’umore. In particolare, le attività piacevoli possono consistere in trascorrere del tempo con amici e familiari, fare passeggiate in natura, fare esercizio fisico, leggere un libro, guardare un film o ascoltare della musica.

Inoltre, l’attivazione comportamentale può aiutare il paziente a stabilire una routine e a ridare una struttura alla propria vita, che può essere particolarmente utile quando si affronta la perdita di una persona cara. Ciò può includere l’assunzione di responsabilità per alcune attività quotidiane, come la pulizia della casa o la preparazione dei pasti, oppure l’assunzione di impegni regolari, come frequentare un corso o partecipare a un gruppo di sostegno.

Infine, le attività piacevoli possono aiutare il soggetto a creare nuovi ricordi e a trovare nuovi modi per onorare la persona che ha perso. Ad esempio, il paziente potrebbe decidere di partecipare a un’attività che la persona cara amava, oppure di fare qualcosa di significativo in sua memoria.

In generale, l’attivazione comportamentale e le attività piacevoli possono essere una tecnica utile per aiutare chi sta attraversando un lutto a migliorare il proprio stato emotivo, a ricostruire una struttura nella propria vita e a creare nuovi ricordi (Dimaggio & Shahar, 2017).

Meditazione e Culto degli Antenati nel Lutto

Nei momenti di lutto, indipendentemente dal ricorso alla fede, sono importanti anche attività “spirituali” come la mindfulness, la preghiera, le visualizzazioni religiose (di Divinità o dei propri cari defunti), la meditazione, il culto degli antenati e l’allestimento di un altarino per i propri morti. Nel caso di individui non-credenti, è possibile comunque riadattare queste forme di intervento a un vissuto laico, ad esempio eseguendole come atti in memoria della persona defunta, o per preservare e rispettare il suo ricordo, senza alcuna pretesa di ricorrere a esperienze di tipo religioso. Infatti, è l’atto stesso del ricordare a essere terapeutico, e non tanto la cornice di credenza religiosa in cui porre queste azioni.

La mindfulness, ad esempio, è una tecnica che può aiutare a sviluppare una maggiore consapevolezza del presente, riconoscendo le proprie emozioni e osservandole senza giudizio. Può aiutare inoltre a sviluppare la consapevolezza del proprio respiro e delle proprie sensazioni corporee, a rilassarsi e a concentrarsi sul momento che si sta vivendo. La meditazione di consapevolezza può aiutare a ridurre stress e ansia, a migliorare il sonno e a costruire un senso di pace interiore.

La preghiera, le visualizzazioni spirituali e il culto degli antenati possono essere fonti di conforto e di consolazione. Queste pratiche aiutano a sentire un senso di connessione con il Divino o con i propri cari defunti, a trovare un significato nella perdita e a creare uno spazio per l’espressione delle proprie emozioni.

L’allestimento di un altarino o di un altro luogo sacro per i cari defunti può essere, inoltre, una pratica che aiuta a mantenere vivo il ricordo della persona scomparsa e a creare un ambiente confortevole e un clima di preghiera, di meditazione o di riflessione. L’altarino può includere oggetti che sono stati importanti per la persona defunta, come fotografie, dipinti, disegni, oggetti personali o cimeli, strumenti religiosi o simbolici. È possibile parlare al proprio caro come se fosse presente, accendere candele o incenso in suo onore, o appoggiare per qualche ora sull’altarino cibo, acqua o bevande amate dal defunto quando era in vita.

Può essere di conforto anche compilare quotidianamente un diario dei sogni, per annotarvi esperienze oniriche in cui il proprio caro appare direttamente, la sua presenza è accennata, qualche altro protagonista del sogno lo cita o ne parla, o anche solo si ha la percezione che sia presente.

In generale, queste pratiche possono aiutare le persone a trovare conforto, un senso di connessione e un significato nella perdita che hanno subito (Klass, 1996; Klass, 2001; Klass & Goss, 1999; Valentine, 2009; Castle & Phillips, 2003).

Come accennato in precedenza, è possibile “laicizzare” queste tecniche in modo che siano utilizzabili anche da persone atee e agnostiche, che si potranno focalizzare sul ricordo del proprio caro defunto a prescindere dalla fede o meno in un oltretomba.

Terapie per il Trauma utili per l’Elaborazione del Lutto

Esistono diversi tipi di terapia che possono essere utilizzati per trattare il Disturbo da Lutto Persistente e Complicato o altre forme di Lutto Patologico, tra cui: la Schema Therapy, le Psicoterapie Corporee e Sensomotorie, l’EMDR, le Terapie Basate sulla Mindfulness e la Terapia Trifasica per il Trauma.

Vediamole assieme.

La Schema Therapy è una forma di terapia che si concentra sull’identificazione e la modifica degli schemi disfunzionali che possono contribuire al Lutto Patologico, come l’abbandono, la deprivazione emotiva, la vulnerabilità o l’incapacità a essere autenticamente felici. La terapia mira ad aiutare il paziente a superare questi schemi disfunzionali e a sviluppare un senso di sé più positivo e autentico, guidando il soggetto a ricostruire la propria vita dopo la perdita (Lichtenthal, 2012).

Le Psicoterapie Corporee e Sensomotorie, come la Somatic Experiencing e la Sensorimotor, possono aiutare il paziente a riconoscere e a gestire le sensazioni corporee associate al lutto, come la tensione muscolare, la sensazione di vuoto nello stomaco o la difficoltà a respirare. Questo tipo di terapia può aiutare il soggetto ad assumere maggior consapevolezza riguardo questo tipo di sensazioni fisiche e i rispettivi stati emotivi, per poi riuscire a modificarli.

Questa tipologia di terapie è utile inoltre per ritrovare una maggiore sensazione di sicurezza e di controllo sul proprio corpo, e per sviluppare un senso di fiducia nella propria capacità di affrontare ed elaborare il lutto (Ogden & Minton, 2000; Payne, Levine & Crane-Godreau, 2015).

L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è una terapia basata sulla stimolazione bilaterale, che aiuta il paziente a processare il dolore e il trauma associati alla perdita. La terapia utilizza l’esposizione a ricordi dolorosi e la stimolazione bilaterale (come movimenti degli occhi o tocchi alternati) per aiutare l’individuo a elaborare il lutto in modo più efficace (Solomon & Rando, 2007).

Le Terapie Basate sulla Mindfulness possono aiutare il paziente a sviluppare una maggiore consapevolezza del momento presente e a gestire dolore e trauma associati alla perdita in modo più efficace. Queste terapie possono aiutare il soggetto a sviluppare una maggiore capacità di accettare il dolore e la sofferenza associati alla perdita, e a sviluppare una maggiore resilienza emotiva (Huang et al, 2021).

La Terapia Trifasica per il Trauma (“Triphasic Trauma Treatment” o “Tri-Phasic Model”), può essere utilizzata per trattare il Lutto Patologico come un trauma complesso. Questo tipo di terapia si concentra sulla gestione dei sintomi del trauma e sulla ricostruzione del senso di sé del paziente, aiutandolo a superare il dolore e la perdita e a ricostruire la propria vita dopo il lutto (Herman, 1992; Cloitre et al, 2011).

Superare il Lutto con le Terapie Ipnotiche e di Imagery

Una specifica tecnica, presa dalle Terapie di Imagery, che risulta essere molto utile per l’elaborazione del lutto, è l’Imagery Rescripting (Reigel, 1999; Long & Quevillon, 2009).

L’Imagery Rescripting si basa sull’utilizzo di immagini e scene mentali per ristrutturare le credenze e le emozioni negative associate a un evento traumatico o doloroso. Implica l’utilizzo di un’immagine o di una scena mentale che rappresenta il momento della perdita e le emozioni associate, e la successiva ristrutturazione di queste immagini o scene, in modo da modificare le credenze e le emozioni negative che sono state create dalla morte della persona cara.

In estrema sintesi, il terapeuta guida il paziente attraverso una scena o un’immagine mentale del momento del lutto, e poi suggerisce delle modifiche o degli aggiustamenti, in modo da creare una nuova immagine o scena mentale che rappresenti il momento del lutto in modo più positivo e costruttivo, dandogli un nuovo significato. Questa nuova immagine può aiutare il soggetto a ridurre l’intensità del dolore e delle emozioni negative, e a sviluppare credenze più realistiche e funzionali.

Come già accennato, l’Imagery Rescripting può essere utilizzato in combinazione con altre tecniche di intervento terapeutico, e può essere particolarmente utile per chi ha difficoltà a esprimere le proprie emozioni verbalmente, o per coloro che non riescono a elaborare il dolore del lutto che hanno subito. Inoltre, l’Imagery Rescripting può essere utilizzato in modo flessibile e adattato alle esigenze individuali del paziente, in modo da creare un trattamento personalizzato e specifico.

L’Imagery Rescripting nell’Elaborazione del Lutto

Le Terapie Ipnotiche e di Imagery sono approcci terapeutici che utilizzano la suggestione e l’immaginazione o visualizzazione per aiutare il paziente a superare il lutto e il dolore associato ad esso (Reigel, 1999; Long & Quevillon, 2009).

La suggestione ipnotica e l’immaginazione guidata possono, infatti, promuovere il rilassamento del soggetto e permettere di accedere a pensieri e a sentimenti che potrebbero essere stati soppressi o rimossi. Inoltre, queste terapie possono aiutare l’individuo a ristrutturare le proprie credenze e le proprie scene mentali riguardanti il lutto.

La terapia ipnotica si basa sull’induzione di uno stato di trance in cui il paziente diventa altamente suggestionabile. Durante la trance, il terapeuta può utilizzare suggerimenti verbali per aiutare il soggetto a modificare i propri pensieri e i propri sentimenti riguardo al lutto (Spiegel, 1981; Van der Hart, Brown, Turco; 1990). La terapia ipnotica può inoltre aiutare a raggiungere uno stato di rilassamento e di calma, particolarmente utile per ridurre l’ansia e lo stress.

Le terapie di imagery, che spesso si confondono e mescolano con le terapie ipnotiche, si concentrano sull’utilizzo di visualizzazioni di immagini e scene mentali per aiutare l’individuo a superare il lutto. Il terapeuta guida il paziente attraverso una serie di immagini e scene mentali che rappresentano la propria perdita e le proprie emozioni a essa associate. L’immaginazione guidata può aiutare il soggetto a esplorare e a rielaborare il proprio dolore in un ambiente sicuro e controllato.

Queste terapie possono essere utilizzate come parte di un approccio integrato alla terapia del lutto, in combinazione con altri interventi terapeutici, come la Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale, la Psicoterapia Gestaltica, la Terapia Psicodinamica e la Terapia di Gruppo. Il terapeuta può aiutare il paziente a identificare le tecniche che sono più adatte alle sue esigenze e preferenze.

Conclusioni

Come abbiamo visto finora, il processo di elaborazione del lutto è un’esperienza personale che richiede tempo e impegno, ma ci tecniche che si possono adottare per facilitarla.
È importante, prima di tutto, permettersi di vivere le emozioni associate alla perdita, cercare supporto da amici, familiari e professionisti della salute mentale; commemorare la persona scomparsa attraverso un memoriale o un rituale, e dedicarsi alla cura di sé stessi.

La psicoterapia può essere molto utile per affrontare il lutto e gestire i sintomi correlati, come ansia e depressione, e può aiutare a sviluppare strategie di coping efficaci.

Abbiamo visto diversi tipi di interventi psicoterapici efficaci per affrontare il dolore della perdita, come l’Attivazione Comportamentale e le Attività Piacevoli da svolgere durante il periodo di lutto (tra cui, ad esempio, il trascorrere del tempo con amici e familiari, fare una passeggiata, leggere un libro o ascoltare musica). Questi interventi aiutano a ridurre lo stress e a migliorare l’umore del soggetto, a stabilire una routine e una struttura nella propria vita e a creare nuovi ricordi.
Inoltre, anche le attività “spirituali”, come la meditazione, la preghiera, il culto degli antenati e la creazione di un altarino per i propri morti, possono aiutare nell’elaborazione del lutto.
Abbiamo visto, infine, diverse metodologie psicoterapiche per affrontare ed elaborare i traumi, che sono molto utili quando ci interfacciamo con il Lutto Patologico: le Terapie Ipnotiche e di Imagery, tra cui l’Imagery Rescripting; la Terapia Cognitivo-Comportamentale, quella Gestaltica, di Gruppo e Psicodinamica; la Schema Therapy, le Psicoterapie Corporee e Sensomotorie, l’EMDR, le Terapie Basate sulla Mindfulness e la Terapia Trifasica per il Trauma.

In generale, come abbiamo avuto modo di vedere, esistono numerose risorse e strategie disponibili per chi desidera ricevere aiuto nel processo di elaborazione del proprio lutto e per superare il dolore associato a questo periodo, prima tra tutte la psicoterapia nelle sue diverse sfaccettature.

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