Fobia sociale: il disturbo d’ansia contro il giudizio altrui

fobia sociale

L’essere umano è un animale sociale. Nel corso dell’evoluzione, ha perfezionato competenze e abilità utili alla sopravvivenza e, al contempo, ha sviluppato motivazioni di ordine superiore per ottenere approvazione e sostegno: il bisogno di essere accettati e piacere agli altri, o la necessità di valere per impegnarsi con successo nella vita sociale e relazionale, sono diventati bisogni tanto importanti quanto quelli volti alla sopravvivenza. Sentirsi accettati, apprezzati e amati rafforza il valore degli esseri umani e muove gran parte degli scopi e dei desideri personali.

 

Alla luce di questi bisogni sociali, dunque, acquisiscono grande peso le esperienze di rifiuto, solitudine e ostracismo che si presentano nella vita quotidiana e che sono fonte di grande sofferenza emotiva. L’essere umano ha sviluppato in modo adattivo un timore verso le situazioni che lo espongono alla possibilità di ricevere un giudizio negativo o di essere rifiutato.

A rappresentarne l’espressione più tipica e disfunzionale è il Disturbo d’ansia sociale (DAS), noto anche come fobia sociale.

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Cos'è la fobia sociale

Una fobia è una paura esagerata nei confronti di un elemento specifico, sproporzionata rispetto alle paure comuni e assente nella popolazione di riferimento. Gli individui affetti da una fobia sono spesso autocritici, poiché consapevoli delle proprie reazioni fuori misura di fronte agli stimoli fobici.

La fobia sociale è annoverata nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali Quinta Edizione (DSM-5) tra i disturbi d’ansia. I sintomi che la caratterizzano sono:

  • paura intensa per situazioni sociali in cui vi è la possibilità di essere giudicato o esaminato dagli altri;
  • timore di manifestare sintomi d’ansia che rivelerebbero l’imbarazzo dell’individuo (sudare, arrossire, tremare);
  • stati di paura o ansia provocati dalle situazioni sociali temute;
  • tendenza a evitare – o a sopportare con forte paura – le situazioni sociali;
  • timori sproporzionati rispetto alla reale possibilità di essere giudicati negativamente.

Nei casi di fobia sociale, paura, ansia o evitamento causano disagio clinicamente significativo e compromettono il normale funzionamento in ambito sociale, lavorativo e personale dell’individuo che ne soffre. In più, spesso ai sintomi emotivi e comportamentali si associano sintomi fisici come:

  • rossori e vampate;
  • tremori e movimenti involontari;
  • accelerazione del battito cardiaco;
  • difficoltà respiratorie;
  • mal di stomaco, nausea, crampi intestinali e diarrea;
  • alterazione del tono di voce;
  • tensione muscolare;
  • mani fredde e sudate;
  • confusione mentale.

Come capire se si soffre di un disturbo di ansia sociale

Affrontare situazioni che prevedono il giudizio di altre persone, come tenere conferenze, salire su un palcoscenico, intervenire in un dibattito esprimendo la propria opinione, può suscitare agitazione e timore, sensazioni normali per tutti gli individui.

Come si capisce, quindi, se si soffre di fobia sociale? Si parla di questo tipo di disturbo d’ansia quando la preoccupazione per la situazione che si sta per affrontare è tale da suscitare il desiderio di fuggire e da indurre a cercare scuse e stratagemmi per non trovarsi nuovamente nello stesso contesto.

Chi ne soffre è consapevole che le proprie reazioni emotive e comportamentali sono esagerate, e sperimenta un notevole senso di colpa, inadeguatezza e vergogna.

La vergogna è un’esperienza comune a tutti ed è un’emozione che si prova quando si crede che la propria immagine sia valutata negativamente dagli altri. Chi prova vergogna arrossisce, si sottrae ad alcune situazioni e tende a evitare i contesti che lo imbarazzano. Nell’individuo che soffre di ansia sociale, la vergogna viene vista come una debolezza. In questo caso, si ha un problema di meta-vergogna: ci si vergogna per il fatto stesso di provare questo sentimento e ne consegue l’ansia di essere giudicati. Inoltre, chi soffre di fobia sociale potrebbe sperimentare attacchi di panico e crisi d’ansia molto intense, che raggiungono il picco in breve tempo e sono accompagnate dal timore di impazzire, di perdere il controllo o di stare per morire.

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Le conseguenze nel quotidiano per chi soffre di questo disturbo

Chi soffre di fobia sociale ha imparato, nella sua esperienza di vita, ad anticipare con pensieri e immagini negative ciò che potrebbe accadere, sperimentando un forte disagio: l’ansia anticipatoria. Essa diventa sempre più intensa con l’avvicinarsi dell’evento temuto. All’ansia anticipatoria si somma l’ansia situazionale, quella vissuta durante l’evento temuto. L’individuo teme il giudizio dell’altro, si auto-monitora, tenta di controllare le manifestazioni dell’ansia affinché gli altri non la notino. Il focus su sé stessi e non sulla situazione aumenta le risposte d’ansia e non permette di analizzare oggettivamente il contesto.

Infatti, anche a conclusione della situazione sociale temuta, malessere e disagio non svaniscono. L’individuo inizia a rimuginare su quanto accaduto, entrando in una fase nota come valutazione post-evento. Nella maggior parte dei casi, l’ansia anticipatoria scaturisce una reazione: l’evitamento della situazione. Sottrarsi alle situazioni stressanti è, infatti, la strategia maggiormente utilizzata.

Un’altra strategia consiste nell’attuare comportamenti protettivi durante la situazione temuta, per celare l’imbarazzo e proteggersi da conseguenze catastrofiche attese. Alcuni esempi possono essere: truccarsi molto per coprire il rossore del volto, sfuggire al contatto visivo per non avviare conversazioni, non togliere la giacca per non far vedere la camicia sudata, ripetere mentalmente cosa dire per evitare di sbagliare, portarsi il pranzo da casa per non andare in mensa con i colleghi. Altro comportamento protettivo utilizzato per controllare l’ansia (anticipatoria e situazionale) è l’uso di sostanze. L’assunzione di alcol, cannabis o ansiolitici riduce i livelli di ansia provata, l’individuo si sente a proprio agio e in grado di controllare la situazione. L’evitamento e i comportamenti protettivi sembrerebbero funzionali nel breve termine, ma nel lungo periodo diventano modalità stabili e rigide di risposta per fronteggiare le situazioni sociali, impedendo di scoprire e apprendere modi più funzionali, flessibili ed efficaci di gestione dell’ansia sociale.

Metodi e tecniche per curare la fobia sociale

La fobia sociale è una condizione che, se non adeguatamente trattata, può determinare un significativo peggioramento della qualità di vita. Una volta instaurata, la fobia sociale non si risolve quasi mai spontaneamente, ma tende a diventare cronica, peggiorando nel corso del tempo. La cura del Disturbo d’Ansia Sociale può essere di tipo farmacologico, psicoterapico o un’integrazione tra i due. Le linee guida del National Institute for Health and Care Excellence (NICE, 2013) indicano la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) individuale come il trattamento più efficace. Di seguito, i metodi e le tecniche maggiormente utilizzati in terapia CBT.

Psico-educazione: fase informativa, in cui si definiscono il disturbo e il “funzionamento” del paziente.

Esercizi anti-vergogna: desensibilizzazione sistematica, esposizione in vivo o role-play videoregistrato. La desensibilizzazione sistematica consiste nel mettere il paziente a confronto con una serie di situazioni ansiogene e nell’indurre immediatamente dopo una risposta incompatibile con l’ansia. L’esposizione in vivo, invece, prevede l’esposizione alle critiche altrui, ricercando una situazione che potrebbe causare vergogna per cercare di ridimensionare la paura del giudizio: un buon esempio di questo esercizio è entrare in un negozio, provare vari indumenti e uscire senza comprare qualcosa. Infine, la visione di role-play videoregistrati, usati anche nelle sedute online, ha lo scopo di mettere in discussione la convinzione che il disagio provato sia così evidente anche agli occhi degli altri.

Tecniche di rilassamento: training di rilassamento ed esercizi di respirazione per ridurre il grado di attivazione e permettere una gestione efficace della tensione. Questi esercizi facilitano rilassamento e riduzione dell’ansia, e permettono di affinare la propria capacità di riconoscere gli stati di tensione e di intervenire precocemente quando l’ansia non è ancora troppo intensa.

Tecniche per incrementare la funzione di decentramento: chi soffre di fobia sociale tende a focalizzare l’attenzione sulle sensazioni fisiche che il corpo sperimenta, favorendo un maggior stato di allarme e incrementando i sintomi fisici dell’ansia stessa. Un’abilità fondamentale è, quindi, riuscire a spostare la nostra attenzione su stimoli che non allarmino ulteriormente la nostra mente (l’interlocutore, gli oggetti intorno a noi, ecc.).

Ristrutturazione cognitiva: aiuta il paziente a prendere consapevolezza dei suoi bias cognitivi, che lo portano a considerare come assolutamente veri alcuni pensieri negativi e a non invalidarli.

iCBT (Terapia cognitivo-comportamentale su internet): esposizione graduale alle situazioni temute, attraverso la realtà virtuale e siti internet specifici.

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Bibliografia

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Sitografia

www.harmoniamentis.it/salute/disturbo-dansiafobia-sociale/ (consultato l’11/06/2023)

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