Parent training: cos’è la formazione per i genitori

parent training

Il parent training, noto anche come addestramento o formazione per genitori, è un approccio educativo che offre competenze e strategie necessarie per gestire e affrontare in modo efficace le sfide legate all’educazione della prole. L’obiettivo principale è migliorare la relazione tra genitori e figli e favorire un ambiente familiare sano e armonioso. Ad oggi, il parent training è una pratica avvalorata e ampiamente utilizzata. Tutti gli studi ne confermano l’efficacia nel limitare i problemi comportamentali, nell’affrontare le sfide legate all’educazione dei figli e nel promuovere un ambiente familiare più positivo. Esso, però, deve essere praticato da professionisti qualificati, come psicologi, psicoterapeuti, pediatri o altri specialisti che abbiano esperienza e competenza nel campo della genitorialità e dell’educazione.

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Perché iniziare un percorso di parent training?

Uno degli aspetti fondamentali, quando si inizia il percorso, è la valutazione iniziale. Essa consente di approfondire la situazione familiare, di individuare i comportamenti del bambino e le aree in cui i genitori potrebbero necessitare di supporto. La valutazione include osservazioni dirette, questionari e test standardizzati, interviste individuali e familiari. Una volta completata la valutazione, si può sviluppare un piano di trattamento.

Iniziare un percorso di parent training può essere utile per diversi scopi.

  1. Affrontare problematiche comportamentali: il parent training può essere utile per i genitori che affrontano sfide comportamentali dei loro figli, come l’aggressività, il rifiuto scolastico, l’ansia o i disturbi dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD). Il percorso di formazione può aiutare i genitori a migliorare le capacità comunicative, stabilendo delle regole e dei limiti adeguati, utilizzando metodi di disciplina efficaci e non coercitivi, a implementare strategie di problem solving, a rafforzare atteggiamenti positivi e a incoraggiare l’autonomia.
  2. Gestire dello stress: questi programmi possono anche aiutare i genitori nella gestione dello stress legato alla genitorialità e a sviluppare maggiori capacità di resilienza, aiutando nella definizione delle regole e dei limiti, e nell’uso di strategie per la risoluzione dei conflitti.
  3. Sostenere i genitori di bambini con disabilità o bisogni speciali: il parent training può essere particolarmente utile per i genitori di bambini con disabilità, poiché offre strategie specifiche per affrontare le sfide associate a differenti condizioni. Un percorso di formazione può variare a seconda delle esigenze specifiche dei genitori e dei figli coinvolti.

Parent training per il DSA

Il Disturbo Specifico dell’Apprendimento è un disturbo del neurosviluppo e comprende quattro categorie: dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia. Oltre alla terapia sul bambino, viene consigliata, in molti casi, anche la terapia sui genitori, in particolare quando il DSA è in comorbidità con altri disturbi come ADHD e DOP.

Con il parent training, detto anche “sostegno alla genitorialità”, si insegna ai genitori a fornire un supporto ai figli, aiutandoli a sviluppare comportamenti positivi, in modo da migliorare la relazione familiare e ottenere una base per lavorare su tutte le altre aree in cui il bambino incontra difficoltà.

I genitori, con questo percorso, imparano a riconoscere le difficoltà dei figli e a trovare le risposte funzionali utili di fronte al “comportamento problema”.  Il DSA, infatti, compromette in modo negativo l’apprendimento scolastico: per questo, oltre alla terapia logopedica e, a volte, psicologica sul bambino, è necessario un sostegno anche a livello familiare, in quanto il genitore deve essere “preparato” in modo da potenziare il lavoro svolto con il bambino in terapia.

Gli obiettivi del parent training con DSA sono:

  • aiutare i genitori a superare il senso di inadeguatezza o di colpa, ponendo l’attenzione sul fatto che il disturbo abbia basi neurobiologiche e, quindi, non dipende da loro;
  • migliorare l’autostima del bambino, aiutandolo a superare le frustrazioni e le difficoltà scolastiche e relazionali;
  • ampliare la conoscenza del disturbo e, quindi, far acquisire maggior consapevolezza ai genitori.

Parent training per ADHD

Il parent training è una tecnica d’intervento di origine cognitivo-comportamentale, per cui può essere adatta per le famiglie con casi di disturbi comportamentali, come ADHD (Disturbo di Iperattività Impulsività e d’Attenzione), DOP (Disturbo Oppositivo Provocatorio), DC (Disturbo di Condotta), ecc. In particolare, l’ADHD è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato da sintomi pervasivi di iperattività, disattenzione e impulsività, che compromettono la quotidianità del bambino, sia a livello familiare che scolastico. Barkley, nel 1998, definì un percorso specifico per genitori e bambini con ADHD dagli 8 agli 11 anni; successivamente, Wells e colleghi svilupparono un programma di parent training apposito.

Nel caso di una famiglia con un figlio con ADHD, è necessario, oltre all’aiuto della terapia sul bambino, anche un aiuto ai genitori, per insegnare loro a gestire i comportamenti aggressivi e oppositori del bambino a casa, e il proprio comportamento, in modo da diventare un “adulto educante”, migliorando così la relazione con il figlio. Il programma di parent training prevede 8-12 incontri tra genitori e figli a cadenza settimanale: lo spazio tra una seduta e l’altra è pensato per dare la possibilità alle famiglie di mettere in atto le strategie e i consigli acquisiti.

Gli step, in genere, per l’ADHD sono:

  • informazione sul disturbo, si lavora sulla frustrazione, sulla rabbia, la vergogna e su tutte le emozioni che scaturiscono dai comportamenti non adeguati che si vivono;
  • approfondimento delle cause dei comportamenti negativi del figlio e identificazione nell’ambiente familiare;
  • miglioramento delle interazioni positive tra genitori e figli;
  • incremento delle interazioni positive del bambino in altri contesti tramite strategie di rinforzo positivo;
  • chiusura e verifica del percorso

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Il parent training nell’autismo

La comunicazione della diagnosi di disturbo del neurosviluppo, come un disturbo dello spettro autistico (ASD), è un momento molto delicato per la famiglia, poiché comporta la ridefinizione dell’assetto familiare, comportando sui genitori delle inevitabili ripercussioni psicologiche, emotive e sociali.

La cura e la crescita di un bambino con un disturbo dello spettro autistico richiede l’acquisizione di specifiche e particolari competenze, necessarie alla comprensione dei bisogni del figlio, utili per evitare involontari errori educativi che potrebbero, da una parte, rinforzare alcuni “comportamenti problema” e, dall’altra, generare nei genitori sentimenti di inadeguatezza e frustrazione.

Attraverso il parent training, i genitori acquisiscono una chiara e completa conoscenza dell’autismo e imparano a gestire i comportamenti dei propri figli e a stimolare le loro abilità.

Il parent training per i disturbi dello spettro autistico può includere principalmente due tipi di interventi: il primo, di tipo psicoeducativo, da effettuare con i genitori, e mirato a fornire supporto e informazioni circa il disturbo; il secondo, invece, volto a migliorare la gestione dei comportamenti del bambino attraverso terapie mediate direttamente dai genitori (TMG), di cui un esempio è l’Early Start Denver Model (ESDM), ovvero un programma di intervento precoce da impiegare con bambini di età compresa tra i 12 e 36 mesi e che si basa sugli interessi e le inclinazioni di ogni bambino.

Obiettivo delle TMG è agire sui deficit della comunicazione e dell’interazione sociale dei bambini, ma anche sull’aggressività, sulla selettività alimentare e su una serie di altri “comportamenti problema” ritenuti inadeguati e disadattivi.

Il ruolo dei genitori in questo intervento è fondamentale, pertanto la possibilità di successo terapeutico è inevitabilmente dettata anche dalla loro comprensione di quello che è necessario fare tra le mura domestiche.

È per tale ragione che si consiglia di abbinare le TMG a un parent training di tipo psicoeducativo, in modo da agire su tutto il sistema familiare.

Questo dimostra che anche le varie tipologie di parent training dovrebbero essere combinate tra loro, al fine di massimizzare l’efficacia terapeutica.

Parent training e parent coaching

Come visto finora, il parent training è un programma mirato a sostenere la coppia genitoriale nella gestione degli aspetti comportamentali del bambino, e fonda le sue basi teoriche sulla psicoterapia cognitivo-comportamentale. Principalmente indirizzato ai genitori di bambini con disturbi del neurosviluppo, può essere utilizzato sia in forma individuale che in gruppo.

Gli incontri di parent training sono condotti da uno psicologo-psicoterapeuta che, partendo da situazioni di vita quotidiana raccolte dai genitori, fornisce strumenti utili alla gestione dello stress e delle problematiche riscontrate.

Tra i vari programmi di supporto ai genitori, si trova anche il parent coaching, che si inserisce in un contesto familiare privo di traumi o patologie. I genitori sono guidati dal coach in un processo di definizione dei propri obiettivi familiari, genitoriali ed educativi e nella creazione di un piano di azione strutturato e concreto, che li aiuti a passare da una situazione, quella presente, in cui non si sentono particolarmente soddisfatti, a un futuro in cui si sentano più sicuri, efficaci e in armonia con i propri figli. Il Parent Coach può essere di grande aiuto in tutte quelle tappe della genitorialità che portano con sé sfide importanti e grandi cambiamenti, come ad esempio: la nascita del primo figlio, la prima infanzia, l’arrivo di un fratellino o di una sorellina, l’ingresso a scuola, l’adolescenza.

L’intervento sulla famiglia è di tipo “individuale” (non di gruppo come nel PT) e non è necessariamente effettuato da uno psicologo; il Parent Coaching può essere realizzato anche da un mediatore familiare, da un counselor e/o da un esperto di comunicazione.

 

Contributo a cura di Dott.ssa Giulia Di Pentima, Dott.ssa Alessia Bruschi, Dott.ssa Katia Napoleoni

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Bibliografia

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