Ipersessualità: tutto ciò che c’è da sapere sulla dipendenza dal sesso

Il sesso è un’attività riproduttiva e ricreativa che risponde ai bisogni primari biologicamente fondati dell’essere umano. Oltre al vantaggio evolutivo della riproduzione, l’attività sessuale comporta enormi benefici psicofisici: migliora sia lo stato di salute fisico sia il benessere psicologico, e arricchisce le relazioni di coppia.

In alcuni casi, però, il sesso può diventare un problema quando viene svolto in maniera quantitativamente esagerata, fino a costituire un aspetto invalidante per la vita dell’individuo, che non riesce più a farne a meno: in questi casi possiamo parlare di ipersessualità o, più tecnicamente, di “Disturbo del comportamento sessuale compulsivo” o “Sex addiction”.

L’ipersessualità, un aspetto spesso malinteso e affrontato con tabù, è una realtà complessa che merita di essere esplorata senza pregiudizi. Si tratta di un comportamento sessuale eccessivo, ma cosa significa davvero? In questo articolo, cercheremo di gettare luce su questo fenomeno, esaminando le sue sfaccettature in modo accessibile a tutti.

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Cos'è l'ipersessualità

L’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce il Disturbo da Comportamento Sessuale Compulsivo (Compulsive Sexual Behaviour) come “caratterizzato da uno schema di fallimenti nel controllare impulsi sessuali intensi e ripetitivi, che sfociano in comportamenti sessuali ripetuti”. Dunque, la dipendenza sessuale rientra nella categoria delle “dipendenze comportamentali”, è cioè una dipendenza che non coinvolge il consumo di sostanze, bensì è rivolta verso un oggetto o unìattività, in questo caso il sesso. Si caratterizza per fantasie sessuali ricorrenti, impulsi e comportamenti promiscui non meglio spiegati da sostanze assunte, condizioni mediche o episodi maniacali.

È bene specificare che non si tratta semplicemente di libido elevata, ma piuttosto di un comportamento che può portare a conseguenze negative nella sfera personale, relazionale e professionale. Generalmente, negli individui ipersessualizzanti l’attività sessuale si presenta come risposta a stati d’animo spiacevoli (es. umore depresso) o come strategia per ridurre lo stress, ma tali comportamenti sessuali finiscono per causare un significativo disagio che va a interferire con il funzionamento sociale, lavorativo e relazionale.

Sex addiction e normale sessualità: che differenze ci sono?

Una condotta di sana sessualità si contraddistingue dall’ipersessualità soprattutto dal punto di vista quantitativo. Innanzitutto, è indispensabile sottolineare che l’attività sessuale non è mai un problema né costituisce un sintomo, qualora viene espressa in circostanze, modi e quantità congrue alle altre esperienze della vita. Anche un elevato desiderio sessuale non costituisce una dipendenza né un comportamento disfunzionale, se l’individuo riesce a governare tale desiderio senza lasciarsene sopraffare.

La differenza fondamentale tra una dipendenza dal sesso e il puro piacere di fare sesso è la capacità di mantenere il controllo sull’azione sessuale, senza sentirne l’astinenza qualora non vi siano le condizioni adatte per poter svolgere l’attività sessuale. Infatti, la persona dipendente sessualmente ha un eccessivo desiderio sessuale che si manifesta nella totale perdita di controllo dei suoi impulsi, ritrovandosi in un vortice di desiderio disfunzionale, compulsivo e impossibile da gestire.

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Fattori di rischio e conseguenze dell’ipersessualità

Alla base dello sviluppo dell’ipersessualità è possibile rintracciare alcuni fattori di rischio che predispongono taluni individui a sviluppare un comportamento compulsivo dell’area sessuale: si tratta di caratteristiche ricorrenti della storia di vita dei pazienti ipersessualizzanti, che possono incidere sull’esordio del disturbo e, quindi, sulla sua manifestazione sintomatologica.

Tra questi fattori di rischio rientra uno stile di attaccamento insicuro. Esso riguarda la qualità del legame affettivo che ogni bambino sperimenta in relazione alle sue figure di attaccamento: quando un genitore (o un’altra figura di attaccamento) dimostra una sistematica incapacità di leggere e rispondere adeguatamente ai segnali del bambino nei suoi primissimi anni di vita, egli svilupperà un tipo di attaccamento definito insicuro, con delle precise caratteristiche che si ripercuoteranno in maniera più o meno consistente nelle esperienze di vita successive. I dati riportano, dunque, che gli individui ipersessualizzanti si caratterizzano per un attaccamento insicuro in infanzia.

Anche il Disturbo di attenzione e iperattività (ADHD), una particolare forma di neurodivergenza, può comportare lo sviluppo di ipersessualità: tra le numerose caratteristiche dell’ADHD, infatti, vi è uno scarso controllo degli impulsi e una tendenza a cercare gratificazioni e stimoli piacevoli. Un individuo con caratteristiche di questo tipo probabilmente avrà una maggiore possibilità di sviluppare sex addiction.

Vi è poi una serie di disturbi mentali che possono presentarsi in comorbidità con l’ipersessualità: tra questi, rientrano altri disturbi di dipendenza comportamentale (soprattutto il gioco d’azzardo patologico), l’ansia e la depressione. Infine, un fattore di rischio importante è costituito dalla presenza di abusi e maltrattamenti nella storia di vita dell’individuo: traumi quali l’abuso fisico, emotivo e sessuale, subiti in età precoce, sono associati a problemi nel comportamento sessuale.

Tra le cause neurobiologiche, gli studiosi hanno rinvenuto una disfunzione nel sistema dopaminergico in pazienti con sex addiction: la dopamina è un importante neurotrasmettitore, fortemente implicato nella ricerca di gratificazione, e uno squilibrio a questo livello può comportare una incapacità di controllare stimoli considerati estremamente gratificanti.

Sebbene non siano state ancora rintracciate cause specifiche nello sviluppo dell’ipersessualità, le conseguenze sul piano fisico, psicologico e sociale sono invece ben note. Nell’ipersessualità, il sesso diviene un’esigenza primaria, per la quale tutto il resto può venire sacrificato, inclusi la salute, la famiglia, gli amici e il lavoro. A livello fisico, la persona può sviluppare disfunzioni sessuali tradizionali (eiaculazione precoce o ritardata, disturbo del desiderio sessuale, ecc.), problemi come ulcera, pressione alta, vulnerabilità alle malattie, esaurimento nervoso o alterazioni del sonno.

Inoltre, la dipendenza sessuale espone a numerosi rapporti sessuali, spesso non protetti, con il rischio altissimo di contrarre malattie veneree, ancor di più nei casi in cui gli individui ricorrono alla prostituzione per rispondere ai propri bisogni compulsivi. Le difficoltà in ambito lavorativo legate ai comportamenti di dipendenza possono comportare ingenti danni economici e indurre alcuni soggetti a subire stigma e vergogna, con ripercussioni a cascata sullo stato psicologico. Oltre ai vissuti di stigmatizzazione, l’individuo affetto da sex addiction può sperimentare un incremento di ansia, inadeguatezza, colpa, vergogna, depressione e aggressività. Inoltre, una buona percentuale dei dipendenti sessuali deteriora progressivamente i propri rapporti affettivi e relazionali e presenta gravi problemi di coppia.

La terapia del Disturbo da Comportamento Sessuale Compulsivo

Il problema dell’ipersessualità ha, quindi, una forte ripercussione sociale e, spesso, è proprio questo che spinge i pazienti a chiedere aiuto. Purtroppo, però, l’identificazione del disturbo da dipendenza sessuale non coincide con trattamenti terapeutici mirati al problema: infatti, non esistono ancora protocolli evidence based per il trattamento dell’ipersessualità. Esistono comunque delle opzioni di terapia valide ed efficaci. In particolare, risultano essere particolarmente utili programmi di trattamento integrato che includono la terapia di gruppo, la psicoterapia individuale e quella farmacologica.

L’obiettivo di qualunque intervento è sempre quello di aiutare la persona a ripristinare una buona condizione di salute sessuale e mantenere il controllo sull’impulsività comportamentale che contraddistingue questa dipendenza. In particolare, le terapie di gruppo sono utili ad avviare una condivisione del problema e ad alleviare i sensi di colpa attraverso la condivisione dell’esperienza, riducendo il senso di segretezza e la stigmatizzazione spesso connessi alle condotte ipersessuali. La psicoterapia cognitivo-comportamentale rimane l’intervento più strutturato e, attualmente, quello in grado di offrire maggiori potenzialità per il trattamento delle dipendenze sessuali: ha l’obiettivo di modificare i pensieri disfunzionali che influiscono sul comportamento dipendente, insegnando strategie nuove e più funzionali per la gestione dello stress e delle emozioni negative. Infine, la terapia farmacologica può venire utilmente associata agli interventi psicoterapeutici nel trattamento dei casi più gravi.

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Bibliografia

Greco A., Salucci F., “Ma io ne ho bisogno!!” Quando il sesso diventa una dipendenza, Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica, 2019.

Castellaneta S., Salucci F., Quando l’amore diventa una droga: la dipendenza affettiva e come influisce nella sessualità, Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica, 2022.

Sitografia

www.alfemminile.com/psicologia-e-relazioni/ipersessualita/

www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/lei_lui/medicina/2018/07/11/oms-riconosce- dipendenza-da-sesso-come-disordine-mentale_0180e89f-d035-4a30-a8a8-f55c2108508c.html

www.ipsico.it/sintomi-cura/dipendenza-sessuale/

www.psicocultura.it/ipersessualita/

www.studiocolamonico.it/ipersessualita/

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