Dipendenza affettiva: come riconoscerla e curarla

La dipendenza affettiva è definita come uno stato patologico in cui la relazione di coppia è vissuta come condizione indispensabile e necessaria per il benessere e il partner viene investito di aspettative salvifiche e irrealistiche. Distinguere una relazione sana da una in cui è presente una dipendenza non è sempre semplice, e un percorso di terapia, molto spesso, può fare la differenza nella vita di chi ne soffre.

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Cos'è la dipendenza affettiva

Nessuno può amarci abbastanza da renderci felici se non amiamo davvero noi stesse, perché quando nel nostro vuoto andiamo cercando l’amore, possiamo trovare solo altro vuoto.
Robin Norwood

La dipendenza affettiva, o love addiction, fa parte delle cosiddette nuove dipendenze, che sono tutte quelle forme di dipendenza che non prevedono l’utilizzo di sostanze. L’oggetto della dipendenza è un comportamento o un’attività considerata lecita o socialmente accettata. Tra le new addiction più diffuse è possibile annoverare: la dipendenza affettiva, da Internet, dallo shopping, dal lavoro e dal sesso. L’introduzione nel DSM5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) di una sezione specifica per i disturbi non correlati a sostanze è sintomatica della grandissima diffusione di queste nuove dipendenze negli ultimi anni.

Nelle relazioni affettive, sperimentare un certo grado di dipendenza dal partner è assolutamente fisiologico, poiché risponde al nostro innato bisogno di attaccamento che, fin dalla nascita, ci porta a cercare connessione, protezione e amore. Questo bisogno rimane attivo per tutta la vita ed è ciò che consente lo stabilirsi di relazioni sentimentali improntate su un tipo di dipendenza positiva, che genera reciprocità, soddisfazione e benessere per i due partner della coppia.

Si inizia a parlare di dipendenza quando questa condizione di reciprocità viene meno. Quando il partner viene considerato l’unica fonte di benessere e c’è un iperinvestimento sull’altro, a discapito dell’ascolto dei propri bisogni, desideri, delle proprie spinte evolutive, e il mantenimento della relazione diventa l’unico motivo della propria esistenza, ci troviamo di fronte alla dipendenza affettiva negativa.

Come riconoscere la dipendenza affettiva

La dipendenza affettiva, così come tutte le new addiction, presenta caratteristiche simile alla dipendenza da sostanze.

Tolleranza: come nella dipendenza da sostanze, chi soffre di dipendenza affettiva ricerca “dosi” sempre maggiori di presenza del partner, che ritiene indispensabile per il proprio benessere. L’assenza della persona amata provoca sofferenza intensa e forti paure abbandoniche che la persona cerca di sedare attraverso il contatto con il partner. La “dose”, tuttavia, apporta sensazioni di benessere solo passeggere, che lasciano poi spazio a sensazioni depressive e di vuoto.

Ebbrezza: quando si è in presenza del partner si prova uno stato di ebbrezza, euforia, simile a quella sperimentata nella dipendenza da sostanze.

Discontrollo: progressiva sensazione di perdita di controllo sui propri comportamenti. Il dipendente affettivo sperimenta l’impossibilità di resistere all’impulso di chiamare o ricontattare il partner, nonostante i ripetuti tentativi di chiudere la relazione. Ne deriva un vissuto di sconfitta, incertezza e insicurezza.

Craving: il craving, o astinenza, si manifesta con una intensa sofferenza, disagio psicofisico, ansia, irrequietezza, incapacità di tollerare l’assenza del partner.

Isolamento: il dipendente affettivo tende progressivamente a isolarsi, riducendo la sua rete amicale e sociale.

Ambivalenza: Nella love addiction si ha la consapevolezza che il partner sia disfunzionale e non produce benessere, tuttavia non si è in grado di interrompere il circolo vizioso. La persona sperimenta l’esistenza simultanea di sentimenti e atteggiamenti contraddittori nei confronti della persona amata e della relazione.

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Le cause della dipendenza affettiva

Le cause della dipendenza affettiva vanno ricercate principalmente nella storia familiare. I dipendenti affettivi hanno sperimentato carenze e disattenzioni emotive nell’infanzia, che hanno generato in loro profonde angosce abbandoniche. Sono individui che non sono stati sufficientemente nutriti affettivamente e mantengono, in età adulta, questa “fame d’amore” che li porta a spostare sul partner tale bisogno, ricercando rassicurazione e nutrimento continui nella relazione affettiva.

Centrale è il tema dell’invisibilità di fronte a una famiglia impegnata e distratta da problemi (non necessariamente eventi traumatici, ma trascuratezza ripetuta e profonda), che non ha riconosciuto, accolto e soddisfatto i bisogni affettivi. Di fronte a ciò, il dipendente affettivo ha imparato a essere invisibile, a non dar problemi, a essere apparentemente autonomo e indipendente.

Inoltre, è importante anche osservare il contesto sociale che, se da una parte promuove un concetto di uomo come essere autonomo, libero, senza confini rigidi, dall’altro conduce al proliferare di nuove forme di dipendenza. L’uomo “additivo” è disorientato, senza riferimenti spaziali, affettivi e temporali, in un contesto in continua evoluzione e mutamento che lo predispongono a comportamenti di “consumo” (affettivo, lavorativo, relazionale, negli acquisti, nella sfera sessuale) che gli trasmettono l’illusione di poter placare quella profonda fame affettiva.

L'impatto sulle relazioni interpersonali

Le relazioni che i dipendenti affettivi ricercano sono spesso relazioni sbilanciate, in cui manca reciprocità, nelle quali il dipendente affettivo è completamente focalizzato sui bisogni del partner e sulla soddisfazione di questi, convinto che così l’altro non lo abbandonerà, rimanendo al suo fianco.

Così facendo, si assiste a un progressivo annullamento della persona, in un adattamento all’altro nel quale il soggetto perde la propria identità e vitalità.

Spesso, le persone che soffrono di dipendenza affettiva scelgono partner poco affidabili, con alcuni aspetti di vita caotici e problematici, condizioni che consentono di distrarsi dal proprio mondo emotivo, vissuto come ingestibile, incontrollabile, spaventoso.

Anche la sessualità viene vissuta in modo strumentale al mantenimento del rapporto, anche perché spesso l’intimità sessuale è l’unico modo che i dipendenti affettivi hanno per sentirsi connessi e vicini al partner. Chi soffre di dipendenza affettiva vive la sessualità come strumento di controllo e di mantenimento di una relazione che spesso è sbilanciata sia sul piano emotivo che su quello affettivo.

Come un percorso di psicoterapia può aiutarti

La dipendenza affettiva, seppur molto diffusa, è un disagio molto spesso sottovalutato e difficilmente riconoscibile, proprio perché coinvolge un comportamento lecito e socialmente accettato come una relazione, a differenza della dipendenza da sostanze.

La psicoterapia è importante nel trattamento della dipendenza affettiva poiché aiuta a lavorare su due piani che viaggiano parallelamente. Da un lato, si aiuta la persona a gestire il disagio che prova, in termini di ansia, sensazione di astinenza, paure abbandoniche, in modo tale da ridimensionare queste sensazioni e imparare a gestirle in modo sano. Dall’altra, si accompagna la persona nell’entrare in contatto con il proprio mondo emotivo, rieducandola all’ascolto di sé e alla tolleranza verso le emozioni difficili e faticose. Si conduce al contatto con il proprio “vuoto” interiore, a comprenderne l’origine e a “sentirne la voce”, senza che la persona riempia questo vuoto in modi disfunzionali.

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Bibliografia

Canovi A. G. (2022), Di troppo amore. Fuori dal labirinto della dipendenza affettiva, Sperling & Kupfer.

Norwood R. (1985), Donne che amano troppo, Feltrinelli Editore, Milano.

Gritti M.C. (2019), La principessa che aveva fame d’amore. Come diventare regina del tuo cuore, Sperling & Kupfer.

Poudat F. X. (2006), La dipendenza amorosa. Quando l’amore e il sesso diventano una droga, Castelvecchi.

Llenas A. (2006), Il buco, Gribaudo

Deetjens M. C. (2009), Dire basta alla dipendenza affettiva. Imparare a credere in sé stessi, Edizioni Il punto d’Incontro.

Gamberale C. (2015), Per dieci minuti, Feltrinelli Editore, Milano.

Croce M., “La società additiva. Note sulla sottile relazione tra modello di società e patologia individuale. “Medicina delle dipendenze. Italian Journal of the Addiction. Anno VI- 21 Marzo.

www.centrodipendiamo.it

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