Crescita personale

Neuroni specchio: come funzionano e perché li abbiamo

Al giorno d’oggi, si parla molto dei neuroni a specchio, una classe di neuroni motori che ha saputo destare grande interesse in tutta la popolazione scientifica. A molti sarà capitato di sentirne parlare come della “base neurologica dell’empatia”, una definizione non proprio errata, ma forse un po’ forzata e non completamente esatta. In generale, i neuroni specchio hanno rappresentato una delle scoperte più affascinanti delle neuroscienze moderne. Queste particolari cellule cerebrali sono coinvolte nei processi di imitazione, apprendimento e comprensione delle azioni altrui e, proprio a partire da questi dati, si sono mosse le convinzioni che essi costituiscano il centro della capacità empatica umana.

La scoperta dei neuroni specchio

L’esistenza dei neuroni specchio è stata scoperta negli anni Novanta da un gruppo di ricercatori italiani guidati da Giacomo Rizzolatti, che studiavano il comportamento motorio dei primati. Intorno al 1995, nell’ambito della ricerca neuroscientifica su modello animale, Rizzolatti e il suo team si accorsero che alcune aree cerebrali si attivavano non solo quando la scimmia compiva un’azione, ma anche quando osservava un altro individuo compierla. Gli studi condotti negli anni successivi hanno dimostrato che questi neuroni sono presenti anche negli esseri umani e che il loro funzionamento è alla base di molte delle nostre interazioni quotidiane.

Questa scoperta ha aperto nuove prospettive nello studio del comportamento umano e della comunicazione, mostrando come il nostro cervello sia naturalmente predisposto all’empatia e alla comprensione degli altri. Infatti, sebbene la funzione di base dei neuroni specchio riguardi l’imitazione dell’altro, la loro importanza risiede nel fatto che essi svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo delle capacità di apprendere attraverso l’osservazione, di interpretare le emozioni altrui e di sviluppare connessioni sociali più profonde. Senza di essi, la comunicazione non verbale, l’empatia e la cooperazione sarebbero molto più difficili.

Sbadigli contagiosi e sete condivisa: come funzionano i neuroni specchio

Uno degli effetti più noti dei neuroni specchio è la capacità di indurre un comportamento automatico in risposta a ciò che vediamo fare agli altri: in parole povere, quando osserviamo un altro individuo compiere un’azione qualsiasi, nel nostro cervello si attivano i neuroni specchio, che inducono quello stesso comportamento anche in noi. Un esempio emblematico è lo sbadiglio contagioso. Capita, infatti, che, quando osserviamo qualcuno sbadigliare, spesso ci ritroviamo a farlo anche noi, senza un motivo apparente. Questo accade perché il nostro cervello, attraverso i neuroni specchio, riconosce l’azione e la riproduce involontariamente. Lo stesso fenomeno si verifica con altre reazioni automatiche, come il desiderio di bere quando vediamo qualcuno sorseggiare un bicchiere d’acqua: questo fenomeno, chiamato sete condivisa, ha come base neurologica proprio i neuroni specchio.

Il funzionamento dei neuroni specchio è basato sulla capacità del cervello di simulare internamente le azioni osservate. Quando vediamo qualcuno sollevare un oggetto, nel nostro cervello si attivano le stesse aree che useremmo se fossimo noi a compiere quel movimento. Questa simulazione neurale non si limita solo alle azioni fisiche, ma si estende anche alle emozioni. Se osserviamo una persona triste o felice, il nostro cervello attiva le stesse aree che si accenderebbero se stessimo provando quelle emozioni. È proprio questo meccanismo che ci consente di comprendere intuitivamente gli stati d’animo altrui e di rispondere in modo appropriato alle situazioni sociali.

Gli studi hanno dimostrato che i neuroni specchio non solo ci permettono di imitare gesti e movimenti, ma contribuiscono anche alla comprensione del linguaggio e all’apprendimento delle abilità motorie. Nei bambini, ad esempio, l’imitazione gioca un ruolo essenziale nello sviluppo del linguaggio. Quando un bambino ascolta un adulto parlare e osserva i movimenti della bocca, il suo cervello attiva i neuroni specchio per replicare quei suoni. Questo processo facilita l’acquisizione della lingua madre e dimostra come il nostro cervello sia strutturato per apprendere attraverso l’osservazione e la ripetizione.

La funzione sociale dei gesti condivisi

Introducendo l’argomento di questo articolo, abbiamo sottolineato che i neuroni specchio non costituiscono la base neurologica dell’empatia: la loro funzione si ferma prima, ma ha un effetto sul modo in cui comprendiamo empaticamente gli altri. Dunque, i neuroni specchio non sono solo responsabili dell’imitazione, ma svolgono un ruolo cruciale nella costruzione delle relazioni sociali. La capacità di comprendere gli altri, di condividere emozioni e di rispondere empaticamente è alla base delle interazioni umane e il nostro cervello è naturalmente predisposto a creare connessioni attraverso l’osservazione e la replica delle espressioni facciali, dei gesti e dei movimenti corporei. Proprio nella comunicazione non verbale è molto forte l’influenza dei neuroni specchio: quando due persone interagiscono, spesso tendono a imitarsi inconsciamente nei movimenti e nelle posture. Questo fenomeno, chiamato “mimicry”, contribuisce a rafforzare il legame tra gli individui e a creare un senso di intesa reciproca. Ad esempio, in una conversazione, se una persona incrocia le braccia, è probabile che anche l’interlocutore lo faccia senza rendersene conto. Questo tipo di sincronizzazione corporea aiuta a stabilire un clima di fiducia e collaborazione.

L’empatia è un altro aspetto fondamentale legato ai neuroni specchio. La capacità di mettersi nei panni degli altri, di comprendere i loro stati d’animo e di rispondere in modo appropriato è resa possibile proprio dall’attivazione di queste cellule cerebrali. Gli studi hanno dimostrato che le persone con una maggiore attività dei neuroni specchio tendono a essere più empatiche e sensibili alle emozioni altrui. Al contrario, nei soggetti con disturbi dello spettro autistico, si riscontra una difficoltà nel comprendere le espressioni facciali e nel relazionarsi con gli altri, difficoltà che sembrano correlarsi al fondamentale dato che riporta in questi soggetti una minore attivazione di neuroni specchio.

La funzione sociale dei neuroni specchio è evidente anche nell’ambito delle dinamiche di gruppo. Nelle attività collettive, come lo sport o la danza, la sincronizzazione dei movimenti tra i partecipanti rafforza il senso di appartenenza e di coesione. Inoltre, questo meccanismo è alla base anche dell’apprendimento collaborativo, dove l’osservazione e l’imitazione dei gesti altrui favoriscono l’acquisizione di nuove competenze. Infine, in virtù del loro ruolo nelle interazioni sociali, è evidente che i neuroni specchio siano fondamentali anche nell’evoluzione culturale. La trasmissione delle conoscenze da una generazione all’altra si basa sull’imitazione e sulla capacità di replicare comportamenti e tradizioni. Senza i neuroni specchio, l’apprendimento sociale sarebbe estremamente limitato e la diffusione delle innovazioni culturali sarebbe molto più lenta.

È proprio grazie a questi meccanismi che l’essere umano ha sviluppato società complesse, caratterizzate da un forte senso di collaborazione e condivisione. Il funzionamento dei neuroni specchio ci permette di comprendere meglio noi stessi e gli altri, facilitando la cooperazione e l’apprendimento. Grazie ad essi, il nostro cervello è in grado di costruire connessioni profonde, favorendo l’interazione e la comprensione reciproca. L’importanza di questi neuroni va ben oltre la semplice riproduzione dei gesti, poiché influenza il modo in cui ci relazioniamo con il mondo. Comprendere il loro ruolo ci aiuta a valorizzare il potere dell’empatia e dell’interazione sociale, fondamentali per la nostra crescita individuale e collettiva. In un’epoca in cui la comunicazione virtuale è sempre più diffusa, ricordare l’importanza dei neuroni specchio può aiutarci a mantenere vive le connessioni umane autentiche e profonde.

Bibliografia

Io sono il tuo specchio. Neuroni specchio ed empatia (Rizzato, Donelli; Amrita edizioni, 2011).

Neuroscienze. Esplorando il cervello (Bear, Connors, Paradiso; EDRA Editore, 2016).

Psicobiologia (Pinel, Barnes, Facoetti; EDRA editore, 2022).

Psicologia biologica. Introduzione alle neuroscienze comportamentali, cognitive e cliniche (Breedlove, Watson, Rosenzweig; Casa Editrice Ambrosiana,2019).

So quel che fai. Il cervello che agisce e i neuroni specchio (Rizzolatti, Sinigaglia; Raffello Cortina Editore, 2005).

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